Category: Formazione

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ECM: Che cos’è, come funziona, i corsi

Che cos’è l’ECM, Educazione Continua in Medicina?

L‘ECM (Educazione Continua in Medicina) è un sistema di aggiornamento attraverso il quale il professionista della salute si mantiene aggiornato per rispondere ai bisogni dei pazienti, alle esigenze del Servizio sanitario e al proprio sviluppo professionale.

L’ECM comprende l’acquisizione di nuove conoscenze, abilità e attitudini utili a una pratica competente ed esperta. Gli operatori della salute hanno l’obbligo deontologico di mettere in pratica le nuove conoscenze e competenze per offrire una assistenza qualitativamente utile.

Come funziona l’ECM

Con l’Accordo Stato–Regioni del 5 novembre 2009 concernente il nuovo sistema di formazione continua in medicina, viene stabilito che la quantità di crediti ECM che ogni professionista della sanità, anche libero professionista, deve acquisire è di 150 crediti ECM. Il costo dei corsi ECM per i dipendenti, che si tratti di formazione ECM a distanza o in aula, è di fatto rimborsabile da parte della propria organizzazione sanitaria.

Chi ha l’obbligo ECM

Sono destinatari dell’obbligo ECM tutti i professionisti sanitari che esercitano l’attività sanitaria alla quale sono abilitati, sia come dipendente che come libero professionista, in enti del Servizio Sanitario Nazionale, o per quelli che con esso collaborano in regime di convenzione o d’accreditamento. E’ esonerato dall’obbligo dell’ ECM il personale sanitario che: frequenta, in Italia o all’estero, corsi di formazione post-base propri della categoria di appartenenza (corso di specializzazione universitario, dottorato di ricerca, master universitario).

Quali sono i corsi ECM

English in medicine: 50 crediti ECM

Il corso ECM “English in Medicine” è progettato per fornire ai professionisti del settore sanitario le competenze linguistiche necessarie per comunicare efficacemente in ambiente medico. Durante il corso, verranno affrontati argomenti specifici del settore sanitario, come la terminologia medica, le procedure diagnostiche e terapeutiche, la documentazione medica e la comunicazione con i pazienti e con i colleghi.

Radioprotezione: 30 crediti ECM

Il corso ECM “Radioprotezione: la sicurezza e l’igiene in ambiente sanitario” è stato progettato per fornire ai professionisti del settore sanitario le competenze necessarie per garantire la sicurezza degli operatori e dei pazienti nell’utilizzo di dispositivi radiologici. Il corso si concentra sulla protezione dalle radiazioni ionizzanti, sulla gestione dei rifiuti radiologici e sulla prevenzione degli incidenti.

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Cardiologia riabilitativa e to care assistenziale: 37, 5 crediti ECM

Il corso di ECM “Cardiologia riabilitativa e To Care assistenziale” è un’opportunità formativa per i professionisti sanitari che desiderano approfondire le competenze nell’ambito della riabilitazione cardiologica e dell’assistenza al paziente cronico.

Gestire e prevenire atti di aggressione nelle strutture sanitarie: 12 crediti ECM

Il corso di formazione ECM “Gestire e prevenire atti di aggressione nelle strutture sanitarie” è progettato per fornire agli operatori sanitari le conoscenze e le competenze necessarie per affrontare e prevenire situazioni di violenza e aggressione che possono verificarsi all’interno delle strutture sanitarie.

Sei interessato ad uno dei nostri corsi? Compila il form per maggiori informazioni

    Nuova certificazione informatica 2023

    Quali sono le 4 certificazioni informatiche più importanti?

    Le certificazioni informatiche attestano le competenze acquisite nell’ambito della tecnologia e della comunicazione, riconosciute e spendibili nel mercato nazionale. Le più importanti sono EIPASS, LIM, TABLET E CODING


    Quanto costano le 4 certificazioni informatiche?

    Il costo delle 4 certificazioni informatiche si aggira sui 200 euro


    Quale certificazione informatica non scade?

    Tutte queste certificazioni una volta conseguite non hanno scadenza, non hanno bisogno di essere rinnovate


    Quanto tempo ci vuole per prendere le certificazioni informatiche?

    Per poter conseguire una certificazione EIPASS bisogna seguire corsi online della durata di 200 ore e il corso prevede 7 moduli. Anche per LIM e TABLET bisogna seguire corsi online della durata di 200 ore mentre per CODING i corsi on line hanno una durata di 200 ore.

    Quali certificazioni informatiche danno punteggio?

    Le certificazioni informatiche sono state valutate 0,5 punti l’una, per un massimo di 2 punti complessivi.


    Certificazioni informatiche pacchetto Aeffe Consulting

    Con Aeffe Consulting è possibile conseguire oltre alle 4 certificazioni informatiche e cioè LIM, TABLET, CODING e EIPASS la novità del 2023 ossia la MONITOR TOUCH, una nuova certificazione informatica che fornisce ai docenti le competenze e gli strumenti per il loro l’uso didattico, i monitor digitali interattivi per la didattica a uso delle classi.

    Certificazioni informatiche come Eipass? Alternative

    Che cos’è la certificazione Eipass, e quali sono le alternative

    L’Eipass o passaporto europeo di informatica è una certificazione riconosciuta MIUR che attesta le capacità digitali ed informatiche di un soggetto e che è possibile ottenere frequentando dei corsi certificati. Oltre che dal MIUR è riconosciuta a livello europeo perché il programma è conforme alle procedure ed agli standard comunitari. E’ un attestato di addestramento professionale che permette di acquisire conoscenze e competenze per tutto ciò che riguarda le informazioni e le comunicazioni tecnologiche. E’ strutturata in diversi percorsi che comprendono oltre a quello base e progressivo diverse tipologie specifiche che sono relative al tipo di competenze digitali che si desidera acquisire.

    Certificazione ECDL come prima alternativa a Eipass

    Oltre ad Eipasshttps://www.aeffeconsulting.com/certificazioni-informatiche/, ci sono altre certificazioni che attestano le competenze informatiche.

    La più richiesta è senza dubbio la certificazione ECDL (European Computer Driving Licence) anch’essa riconosciuta dal MIUR. In base alle proprie competenze di partenza ed agli obiettivi che si intendono raggiungere, si può scegliere il livello di ECDL da conseguire:

    ECDL Base: certifica il raggiungimento delle conoscenze informatiche di base e la conoscenza di tutti i principali standard del web 2.0.

    ECDL Standard: prevede il superamento di quattro moduli fissi e di tre moduli a scelta. I moduli fissi garantiscono l’ottenimento delle competenze di base, mentre con i tre moduli a scelta ci si potrà orientare sugli argomenti di maggior interesse e più adatti al percorso che si intende intraprendere.

    ECDL Expert: è l’ultimo livello disponibile e attesta le competenze avanzate sull’uso del computer e delle sue funzioni.

    Un’altra alternativa di Eipass è la certificazione Pekit. È un attestato di competenze informatiche rilasciato dalla Fondazione Onlus Sviluppo Europa. Fa parte delle certificazioni informatiche riconosciute dal Miur ed attesta il raggiungimento di un buon livello di competenze digitali e tecnologiche. Questa certificazione può essere utilizzata anche per la partecipazione a dei concorsi pubblici e/o bandi che richiedono al candidato di dimostrare le competenze informatiche. Anche questa certificazione rientra nel gruppo delle certificazioni informatiche riconosciute dal Miur.

    Certificazione Unipass cos’è?

    La certificazione Unipass nasce con l’intento di mettere a disposizione tutti gli strumenti e le nozioni indispensabili per poter operare in campo informatico. Il percorso formativo per l’ottenimento di questa certificazione si compone di 9 moduli corrispondenti ad altrettanti esami. Inoltre i livelli conseguibili della certificazione sono: junior, basic, time e interactive. La Certificazione Unipass è utile per: concorsi pubblici, graduatorie docenti e ATA e formazione personale e professionale creazione di un portfolio efficace per le nuove figure digitali. I corsi sono riconosciuti dal MIUR e rilasciati da UNI-C.A.R.I.F. 

    Certificazioni linguistiche a cosa servono?

    Cosa si può fare con le certificazioni linguistiche?

    Le certificazioni linguistiche sono documenti ufficiali che attestano il livello di conoscenza di una lingua straniera e che sono rilasciate da enti certificatori accreditati e riconosciuti a livello internazionale. Il possesso di una certificazione linguistica garantisce maggiori possibilità sia nel mondo del lavoro che della formazione scolastica e universitaria.


    Perché sono importanti le certificazioni linguistiche?

    Le certificazioni linguistiche sono un grande vantaggio per diverse motivazioni:

    • valorizzano il curriculum vitae;
    • permettono di distinguersi in ambito lavorativo;
    • facilitano l’accesso a posizioni lavorative in contesti internazionali;
    • sono richieste come requisito di accesso nelle università all’estero;
    • possono fornire punteggio extra in concorsi pubblici e graduatorie della pubblica amministrazione;
    • possono essere trasformate in crediti formativi in alcune scuole superiori e università.

    Quale è la certificazione inglese più utile?

    La migliore certificazione di inglese dipende dall’obiettivo che ognuno si pone. Non esiste una certificazione che sia adatta a tutti. La scelta migliore per uno studente potrebbe non essere la migliore per un altro.



    Qual è il livello più alto di inglese?

    La certificazione linguistica di inglese, come del resto tutte le altre, illustra la competenza linguistica a più livelli, ossia:

    • A1 e A2 (livello elementare);
    • B1 e B2 (livello intermedio);
    • C1 e C2 (livello avanzato).

    Ai sei livelli di competenza, che definiscono la padronanza della lingua, se ne aggiungono spesso altri tre “potenziati”, cioè A2+, B1+, B2+


    Quali sono le certificazioni linguistiche riconosciute?

    Sul sito del MIUR  è pubblicato un elenco di enti abilitati a certificare le competenze e le conoscenze nelle lingue straniere per il personale scolastico.

    Chi rilascia l’attestato HACCP?

    Attestato HACCP che cos’é

    Lattestato HACCP è la certificazione obbligatoria che identifica un sistema di controllo alimentare finalizzato a garantire la vendita dei beni e servizi nel pieno rispetto della sicurezza ed igiene. Le conoscenze certificate da tale attestato variano in base alle mansioni che deve svolgere l’operatore in modo da abbracciare tutte le diverse mansioni e i diversi ruoli tipici della filiera agroalimentare.

    Attestato HACCP Online

    Il corso HACCP online è erogato interamente in modalità e-learning ed è destinato agli operatori del settore alimentare, indipendentemente dalle mansioni svolte, in cerca di un modo veloce ed efficace per ottenere un attestato valido e riconosciuto ai sensi della direttiva 2005/36/CE. Puoi seguire il corso da pc, smartphone o tablet, dove e quando vuoi gestendo in autonomia le ore di studio.

    Chi è esonerato dal corso HACCP?

    L’obbligo formativo in materia di HACCP ricade su tutti gli operatori del settore alimentare, ma ci sono dei particolari soggetti che vengono esonerati dal conseguimento dell’attestato HACCP. Si tratta di coloro che sono in possesso di titoli conseguiti a seguito di percorsi di studio che prevedono al loro interno una trattazione approfondita delle tematiche dell’HACCP. In particolar modo sono esonerati dall’obbligo di conseguire l’attestato i possessori seguenti diplomi di scuola superiore:

    • Diploma di Istituto alberghiero
    • Diploma di Istituto per l’agricoltura o agrotecnici
    • L’esonero dall’obbligo formativo in sicurezza alimentare è previsto anche per diversi diplomi di laurea tra cui:
    • Laurea in scienze e tecnologie alimentari
    • Laurea in dietistica
    • Laurea in ingegneria delle industrie alimentari
    • Laurea in medicina e chirurgia, specialistica 46/S e magistrale LM-41
    • Laurea in medicina veterinaria, specialistica 47/S e magistrale LM-42
    • Laurea in biologia, specialistica 6/S e magistrale LM-6
    • Laurea in scienze della nutrizione umana, specialistica 69/S e magistrale LM-61
    • Lauree in biotecnologie, specialistiche 7/S, 8/S e 9/S e magistrali LM-7, LM-8 e LM-9

    Come diventare docente HACCP?

    Il Formatore HACCP è un professionista in grado di erogare formazione sulla sicurezza alimentare per tutti gli alimentaristi. Realizza i corsi per Addetto o Responsabile HACCP, e per chiunque manipola o entra a contatto con gli alimenti. Può formare il personale di tutte le aziende alimentari e della ristorazione. Dopo aver partecipato ad un corso per diventare formatore della sicurezza alimentare, si può ricevere un attestato sulle competenze acquisite e sulla partecipazione al corso.

    HACCP chi lo paga?

    Sia che si scelgano dei corsi in aula, sia nel caso dei corsi online è impossibile trovare dei corsi gratuiti che prevedano il rilascio dell’Attestato. A sostenere i costi della formazione obbligatoria in materia di HACCP è il titolare dell’azienda presso cui il lavoratore è assunto.

    Come iscriversi al Mepa per i professionisti

    Che cos’è il Mepa

    Il MePA (Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione) è un sistema informativo, istituito dalla Pubblica Amministrazione, che mette in contatto le stazioni appaltanti (amministrazioni pubbliche) e le imprese. Il MePA offre la possibilità alle stazioni appaltanti, pubbliche e private, di recarsi più facilmente su una piattaforma informatica alla ricerca di fornitori, confrontare offerte e determinare il migliore rapporto qualità/prezzo. Il MePA si presenta come un portale aperto a qualsiasi fornitore abilitato, con la possibilità di effettuare acquisti online e gestire la documentazione tecnica per velocizzare le operazioni relative all’approvvigionamento e alla gestione dei beni.

    Come funziona l’iscrizione per i titolari di Partita Iva

    Per iscriversi come titolare di Partita IVA, l’utente deve accedere al portale ufficiale ed effettuare la registrazione. Per questo, si devono fornire alcune informazioni personali, come nome, cognome, indirizzo email, dati fiscali e dove risiede. Inoltre, bisogna scegliere un numero di Partita IVA ed inserire un indirizzo web univoco associato. In seguito, è necessario versare una quota di iscrizione, che varia a seconda dello stato membro nel quale risiede l’utente. Una volta completata la procedura di registrazione, l’utente può iniziare a gestire la propria Partita IVA e utilizzarla per effettuare trasferimenti bancari, pagamenti online e altre operazioni finanziarie.

    Quanto tempo ci vuole per essere abilitati al MePA

    I tempi di approvazione dei lotti dei beni e dei servizi acquistati attraverso il Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione (MePA) possono variare notevolmente a seconda della tipologia di fornitore e del livello di complessità della procedura.

    Generalmente, trascorrono dai 5 ai 10 giorni perché il fornitore riceva l’Ordine di Acquisto (OdA) firmato dalla Pubblica Amministrazione. Tuttavia, la durata esatta varia a seconda del processo di approvazione adottato dall’amministrazione pubblica.

    Una volta firmato l’Ordine di Acquisto, il fornitore deve inviare alla PA la conferma dell’accettazione dell’offerta, l’eventuale promessa di consegna o la notifica di eventuali condizioni particolari che accompagnano l’ordine. La PA, a questo punto, attribuisce al fornitore la data di evasione, in base alla quale il fornitore deve completare l’ordine.

    Una volta che l’ordine è stato completato, i beni o servizi necessari vengono consegnati e la PA effettua il pagamento al fornitore secondo i termini previsti dall’ordine stesso.

    In linea di massima, quindi, i tempi di approvazione dei lotti dei beni e dei servizi Mepa pendono esclusivamente dal livello di efficienza del processo di acquisto della Pubblica Amministrazione alla quale ci si riferisce.

    In media, i tempi di approvazione richiedono circa 15 giorni. Le abilitazioni al MePA sono soggette a rinnovo annuale ed hanno una scadenza fissa al 31 dicembre di ogni anno. Per rinnovare l’abilitazione sarà necessario dimostrare di aver partecipato attivamente alle gare pubbliche con MePA, presentando uno storico delle offerte trasmesse nell’anno precedente e una richiesta di rinnovo. In caso si sia partecipato non almeno una volta al MePA durante l’anno, l’abilitazione decade.

    Quali sono le categorie presenti nel MePa

    Le categorie presenti nel MePa sono le seguenti:

    1. Strumenti di Pagamento: quali modalità di pagamento (carta di credito, bonifico, ecc.), soglie di pagamento, ecc.

    2. Servizi aggiuntivi: come l’emissione di fatture elettroniche, l’utilizzo di acquisti multipli, ecc.

    3. Sicurezza: come la creazione di codici di sicurezza, lo scambio di dati tra parti diverse, ecc.

    4. Assistenza: come indicazioni per l’utilizzo del servizio, funzionalità di supporto cliente, ecc.

    5. Gestione Conti: come la gestione delle informazioni utente, l’accesso alle informazioni all’interno del MePahttps://www.aeffeconsulting.com/corso-mepa/a, ecc.

    Aeffe Consulting aiuta le aziende e i Liberi Professionisti ad iscriversi al MEPA e a organizzare un piano di vendita e acquisti personalizzato sulla piattaforma, per maggiori informazioni non esitate a contattarci

    Le sanzioni GDPR previste per chi non rispetta il regolamento sulla privacy

    Che cos’è il GDPR

    GDPR è l’acronimo di General Data Protection Regulation (Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati), conosciuto anche come Regolamento Europeo 2016/679, entrato in vigore il 24 maggio 2016 e applicato dal 25 maggio 2018. Il GDPR illustra come i dati personali debbano essere trattati ma anche le modalità di raccolta, utilizzo, protezione e condivisione. L’obiettivo principale del GDPR è quello di dare ai cittadini il controllo dei propri dati.

    Sanzioni privacy: cosa è cambiato con il GDPR

    In caso di controlli e violazioni delle norme del GDPR, il regolamento UE sulla privacy prevede delle sanzioni disciplinate principalmente dagli articoli 83 e 84.

    Le novità del regolamento UE hanno riguardato in particolar modo le sanzioni amministrative mentre per quelle penali è stata confermata l’applicazione delle regole previste dal Codice della privacy.

    A partire dal 2018, le sanzioni legate alla privacy previste dal GDPR sono determinate in base alla tipologia di violazione compiuta dall’impresa o dal professionista.

    Ogni sanzione per violazione della privacy viene applicata in base alla gravità, natura e durata della violazione al GDPR, e anche in base al numero di soggetti coinvolti e al carattere doloso o colposo alla base della violazione contestata.

    In Italia è la Guardia di Finanzia in collaborazione con l’Autorità Garante per la privacy a vigilare sul rispetto degli adempimenti obbligatori.

    Gli importi delle sanzioni previsti dal nuovo Regolamento UE sono pari ad un massimo di 10 milioni di euro o 20 milioni di euro, o se l’importo è maggiore possono arrivare fino al 2 per cento o 4 per cento del fatturato.

    Sanzioni penali GDPR

    Le sanzioni penali previste dal GDPR sono molto severe e possono arrivare fino a 20 milioni di euro o al 4% del fatturato annuo mondiale, a seconda di quale sia maggiore.

     Le sanzioni previste dal GDPR sono suddivise in due categorie principali:

    1. Sanzioni amministrative: queste sanzioni sono applicabili quando un’organizzazione viola i principi del GDPR, come la mancata notifica di una violazione dei dati o la mancata conformità con le misure di sicurezza previste.

    2. Sanzioni penali: queste sanzioni sono applicabili quando un’organizzazione viola i diritti dei cittadini europei in materia di protezione dei dati. Ad esempio, la violazione dei diritti di accesso, di rettifica e di cancellazione dei dati. Le sanzioni penali possono arrivare fino a 20 milioni di euro o al 4% del fatturato annuo mondiale, a seconda di quale sia maggiore.

    GDPR Trattamento illecito dei dati

    Il trattamento illecito dei dati è una violazione della normativa GDPR. La normativa GDPR prevede che le organizzazioni che raccolgono, elaborano o memorizzano dati personali siano responsabili del trattamento dei dati e del rispetto delle disposizioni di sicurezza previste dalla legge.

    In caso di trattamento illecito dei dati, le autorità di controllo possono applicare sanzioni amministrative o penali. Le sanzioni possono variare da una multa fino a 20 milioni di euro o fino al 4% del fatturato globale annuo dell’organizzazione, a seconda del tipo di violazione.

    Le organizzazioni possono prevenire il trattamento illecito dei dati adottando misure di sicurezza adeguate. Queste misure comprendono l’implementazione di una politica di sicurezza dei dati, la formazione dei dipendenti e l’utilizzo di tecnologie di sicurezza adeguate.

    Le organizzazioni devono inoltre assicurarsi che i dati siano trattati in modo da garantire la riservatezza, l’integrità, la disponibilità e la resilienza dei sistemi e dei servizi di trattamento

    Inoltre, devono assicurarsi che i dati siano trattati in modo da consentire la loro ripristinabilità in caso di incidente. Le organizzazioni devono inoltre assicurarsi che i dati siano trattati in modo da garantire il rispetto dei diritti degli interessati.

    Devono inoltre assicurarsi che i dati siano trattati in modo da garantire la tutela dei dati personali e la protezione della privacy.

    Acquisizione fraudolenta di dati personali GDPR

    La violazione della privacy e l’acquisizione fraudolenta di dati personali sono considerate violazioni della normativa GDPR.

    La violazione di dati personali può essere intenzionale o accidentale. In caso di violazione intenzionale, i titolari dei dati devono essere informati entro 72 ore dalla scoperta della violazione. Inoltre, devono essere prese misure immediate per prevenire ulteriori violazioni.

    In caso di violazione accidentale, i titolari dei dati devono essere informati entro 24 ore dalla scoperta della violazione.

    Inoltre, devono essere prese misure immediate per prevenire ulteriori violazioni. In entrambi i casi, i titolari dei dati devono essere informati sui dettagli della violazione, compreso il tipo di dati personali coinvolti, la natura della violazione e le misure intraprese per prevenire ulteriori violazioni.

    Inoltre, i titolari dei dati devono essere informati sui loro diritti in base alla normativa GDPR, incluso il diritto di presentare un reclamo all’autorità di controllo della protezione dei dati (Garante per la protezione dei dati personali).


    Sanzioni di cui all’art. 38 dello statuto dei lavoratori (L. 300/1970) per violazione della privacy

    1. Licenziamento disciplinare: il datore di lavoro può licenziare un dipendente per gravi motivi disciplinari, come ad esempio per comportamenti scorretti o per violazione delle regole aziendali.
    2. Multa: il datore di lavoro può infliggere una multa al dipendente in caso di comportamenti scorretti o violazione delle regole aziendali.
    3. Sospensione: il datore di lavoro può sospendere il dipendente per un periodo di tempo limitato, in caso di comportamenti scorretti o violazione delle regole aziendali.
    4. Trasferimento: il datore di lavoro può trasferire il dipendente in un’altra sede o in un’altra posizione lavorativa, in caso di comportamenti scorretti o violazione delle regole aziendali. 5. Riduzione della retribuzione: il datore di lavoro può ridurre la retribuzione del dipendente in caso di comportamenti scorretti o violazione delle regole aziendali.

    Chi è il DPO

    Il DPO (Data Protection Officer) è una figura professionale che si occupa della protezione dei dati personali. Il DPO è responsabile dell’applicazione delle normative sulla protezione dei dati e deve assicurarsi che l’organizzazione rispetti le norme sulla privacy.

    Il DPO è responsabile della gestione dei dati e deve garantire che i dati siano trattati in modo corretto e sicuro.


    Le responsabilità del RPD o DPO

    Il Responsabile della Protezione dei Dati (RPD) o Data Protection Officer (DPO) è responsabile di garantire che un’organizzazione rispetti le leggi sulla protezione dei dati e le normative sulla privacy. In particolare, il RPD o DPO è responsabile di:

    Assicurarsi che l’organizzazione sia in conformità con le leggi e le normative sulla protezione dei dati e sulla privacy.

    Monitorare le attività di trattamento dei dati e assicurarsi che siano conformi alle leggi e alle normative sulla protezione dei dati e sulla privacy.

    Assicurarsi che l’organizzazione abbia adottato misure adeguate per la protezione dei dati personali.

    Fornire consulenza e assistenza all’organizzazione in materia di protezione dei dati.

    Monitorare l’attuazione delle misure di sicurezza adottate dall’organizzazione.


    GDPR per aziende, consulenza, installazione dei software, formazione

    Aeffeconsulting aiuta le aziende ad essere conformi con le nuove regole del GDPR, contattaci per una consulenza gratuita.

    Rischi e obblighi dei lavori in quota, art 111 del d lgs 81 08!

    Cosa sono i lavori in quota?

    I lavori in quota sono definiti come un’attività lavorativa che espone il lavoratore al rischio di caduta dall’altro da una quota posta ad un’altezza superiore ai 2 m rispetto ad un piano stabile. Per piano stabile si intende un piano o una superficie di appoggio che non può subire nessun effetto a causa della forza di gravità come ad esempio il terreno o il pavimento di un edificio.

    Rischi dei lavoratori in quota

    Il rischio principale collegato alle attività lavorative in quota è chiaramente la caduta dall’alto. Ci sono poi rischi che sono conseguenze dirette della caduta dell’operatore quali: l’effetto pendolo e la sospensione inerte del corpo. Perciò è sempre consigliato non svolgere lavori in quota da soli ma con la presenza e il supporto di altri colleghi.

    Obblighi per il datore di lavoro

    All’art.111 vengono stabiliti gli obblighi per il datore di lavoro. Egli deve scegliere le attrezzature più idonee per garantire condizioni di lavoro sicure, in conformità a due criteri:

    – dare priorità alle misure di protezione collettiva rispetto a quelle individuali;

    – il tipo di attrezzatura di lavoro deve essere adatta alla natura dei lavori da eseguire, alle sollecitazioni prevedibili e ad una circolazione priva di rischi.

    Egli, inoltre, è tenuto a:

    – scegliere il tipo più idoneo di sistema di accesso ai posti di lavoro temporanei in quota in base a frequenza di circolazione, dislivello e alla durata dell’impiego;

    – disporre l’utilizzo di una scala a pioli, sul posto di lavoro in quota, solo nel caso in cui l’uso di attrezzatture considerate più sicure non è giustificato a causa del limitato livello di rischio e della breve durata di impiego o non è compatibile con le caratteristiche del sito;

    – disporre l’impiego di sistemi di accesso e posizionamento mediante funi (alle quali il lavoratore è direttamente sostenuto) e sedili di sicurezza, solo quando dalla valutazione dei rischi risulta che il lavoro può essere svolto in condizioni di sicurezza, per breve durata, e che l’impiego di attrezzature più sicure non sia compatibile con le caratteristiche del sito;

    – individuare le misure atte a minimizzare i rischi per i lavoratori, in base alle attrezzature utilizzate, prevedendo, ove necessario, l’installazione di dispositivi di protezione contro le cadute;

    – nel caso in cui l’esecuzione di un lavoro richieda l’eliminazione temporanea di un dispositivo di protezione collettiva contro le cadute, segnalare la temporanea eliminazione del dispositivo stesso ed adottare misure di sicurezza equivalenti ed efficaci;

    – effettuare lavori temporanei in quota solo se le condizioni meteorologiche non mettono in pericolo la sicurezza e la salute dei lavoratori;

    – vietare l’assunzione e somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche ai lavoratori addetti ai lavori in quota;

    – garantire che le opere provvisionali siano allestite con buon materiale e a regola d’arte, efficienti, proporzionate e idonee allo scopo, e provvedere alla loro verifica secondo l’Allegato XIX prima del loro reimpiego.

    Formazione per i lavoratori in quota

    Per lavorare in quota è necessario seguire una formazione specifica. La formazione per lavorare in quota, nota anche come formazione sulla sicurezza in quota, è obbligatoria in molti paesi e prevede l’apprendimento di tecniche di prevenzione degli infortuni e delle misure di sicurezza da adottare.

    In generale, la formazione per lavorare in quota comprende le seguenti materie:

     – Norme di sicurezza: le norme di sicurezza da rispettare durante il lavoro in quota, come l’uso di dispositivi di protezione individuale (DPI) e le procedure di sicurezza da seguire.

    Identificazione dei rischi: le possibili fonti di rischio e le misure da adottare per prevenire incidenti e infortuni.

    – Tecniche di lavoro in quota: come usare e installare correttamente le attrezzature di lavoro in quota, come scale, piattaforme, cestelli, ecc.

     – Primo soccorso: le competenze necessarie per effettuare i primi soccorsi in caso di infortunio.

     – Addestramento pratico: un addestramento pratico per acquisire la capacità di lavorare in sicurezza in quota.

    La formazione per lavorare in quota è obbligatoria e deve essere certificata da un ente di formazione riconosciuto.

    l corso di formazione per lavoratori in quota ha una  durata di 8 ore ed ha validità quinquennale

    Cos’è la saldatura a filo continuo?

    CHE COS’E’ LA SALDATURA

    La saldatura è una tecnica di unione di materiali metallici tramite l’uso di una fonte di calore.

    Per effettuare una buona saldatura bisogna preparare in modo efficace i lembi (superfici interessate nella saldatura) dove il metallo d’apporto verrà in seguito distribuito e fuso tra di essi.

    Il materiale dei pezzi da collegare si definisce materiale base, mentre il metallo liquido che penetra tra i due materiali viene chiamato bagno di fusione. Infine, il metallo fuso nella saldatura che viene solidificato per raffreddamento è chiamato cordone di saldatura.

    Per far sì che la saldatura risulti resistente, tecnicamente buona e priva di imperfezioni, la zona di fusione deve essere protetta da fenomeni di ossidazione e il metallo fuso deve essere depurato da scorie. Per evitare ciò, quindi, la lavorazione deve avvenire in atmosfera il più possibile priva di ossigeno (inerte): perciò, nella zona prossima la saldatura, vengono aggiunte sostanze idonee al fine di creare un “alone protettivo” nei pressi del bagno di fusione, permettendo allo stesso tempo l’espulsione delle scorie.

    Cos'è la saldatura a filo continuo

    METODI DI SALDATURA

    Esistono principalmente due metodi di saldatura: la saldatura autogena e quella eterogenea anche detta brasatura.

    La saldatura autogena è una procedura di saldatura che utilizza una fonte di calore esterna, come una torcia, per riscaldare il materiale da saldare. Il calore autogeno si forma quando il materiale da saldare riscaldato reagisce con l’ossigeno dell’aria.

    La saldatura eterogenea o brasatura, è una procedura di saldatura che utilizza una fonte di calore esterna (eterogenea) per fondere due parti metalliche. Il procedimento di saldatura eterogenea viene utilizzato quando non è possibile utilizzare una saldatura convenzionale a causa della presenza di materiali non ferrosi o di una geometria complessa. Il calore viene applicato alle parti da saldare mediante una fonte esterna (eterogenea), che può essere costituita da un laser, un arco elettrico o una punta di riscaldamento. Il procedimento di saldatura eterogenea è in genere più lento della saldatura convenzionale, ma garantisce una maggiore qualità della saldatura.

    LA SALDATURA A FILO CONTINUO

    Tra i tanti tipi di saldatura troviamo la saldatura a filo continuo.

    La saldatura a filo continuo è un processo di saldatura in cui una saldatrice elettrica alimenta un filo metallico all’estremità della saldatura. Il processo è simile a quello della saldatura MIG, ma invece di usare una bombola di gas di protezione, una saldatrice a filo continuo usa un filo metallico che viene alimentato attraverso un ugello e fuso con l’energia elettrica. La saldatura a filo continuo è un processo molto efficiente e veloce, ed è spesso utilizzata per saldare una vasta gamma di metalli, tra cui acciaio, alluminio, rame e leghe di stagno.

    Il processo di saldatura a filo continuo inizia con la preparazione del materiale da saldare. Il materiale deve essere pulito e privo di oli o ruggine. Se il materiale presenta ruggine o oli, deve essere pulito prima della saldatura. Una volta preparato il materiale, viene installato un ugello di saldatura sulla saldatrice. L’ugello deve essere scelto in base al materiale da saldare, al diametro del filo e alla corrente di saldatura.

    Una volta installato l’ugello, il filo viene inserito nell’ugello e la saldatrice viene accesa. Il filo viene alimentato attraverso l’ugello, fuso con l’energia elettrica e usato per unire le due parti del materiale. Durante il processo, il filo viene alimentato in modo continuo, in modo che la saldatura sia uniforme e senza sbavature. Una volta completata la saldatura, il filo viene riavvolto nella saldatrice e il processo è terminato.

    La saldatura a filo continuo è un processo di saldatura molto popolare e viene spesso utilizzato in una vasta gamma di applicazioni. È un processo di saldatura veloce ed efficiente, e può essere utilizzato per saldare una vasta gamma di metalli. Tuttavia, è importante ricordare che la saldatura a filo continuo richiede una certa abilità e conoscenza, e dovrebbe sempre essere eseguita da un saldatore qualificato.

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